IL CULTO DI SAN MICHELE

 

 

 

Il culto di San Michele fu importato già dalla popolazione longobarda e al quale questo popolo attribuiva poteri sul fuoco, sulle manifestazioni metereologiche e sull’acqua delle sorgenti. Ma è soprattutto dal XII sec., in seguito all’apparizione del Santo nel Gargano che si diffonde maggiormente la venerazione di questo Santo che, secondo la dottrina cristiana ritenuto il principe degli angeli per avere sconfitto il demonio, ha occupato sempre un posto di preminenza nei culti. Simbolicamente il fuoco è avvicinato all’immagine dell’arcangelo per la forte potenza sia in termini tecnici che di luminosità che essa sprigiona. A Sant’Agata dei Goti la tradizione di accendere i fuochi negli slarghi e nei quartieri del centro storico risale fin dal periodo medievale. Tale usanza ha subito, come tante altre, una notevole flessione negli ultimi anni sopravvivendo, con la realizzazione di grandi falò nella serata della vigilia del 7 maggio. Negli anni ’70 si ricordano ancora queste serate con i falò attorniati da anziani e giovani impegnati in canti d’ispirazione religiosa mentre gli adolescenti misuravano la loro temerarietà eseguendo salti sugli stessi falò attraversando le fiamme. E’ da un triennio che questa pro loco, per evitare che si perdesse la memoria di tale mito sta riproponendo tale usanza curando anche che, attraverso l’aspetto musicale, vengono rievocati fatti storici di vari secoli che si sono verificati dell’antica cittadina saticulana. Fra i temi trattati dal gruppo musicale della pro loco  “SATIFOLK”, è presente infatti anche la storia del brigantaggio post-unitario della metà del 1800 e, con brani musicali appositamente composti, celebrati eventi storici avvenuti nel passato nella stessa città come: l’elettrificazione pubblica del 1903, l’arrivo dell’acqua corrente in città del 1899, o la traduzione in una dolce ninna nanna della leggenda popolare ispirata al folletto Mazzamauriello. Naturalmente nella rievocazione del 7 maggio prossimo con il grande falò e i canti popolari del gruppo SATIFOLK non poteva mancare l’aspetto gastronomico legato alla figura dei briganti. Il menù completo, rigorosamente a prezzo popolare di € 10.00, si rifà ai piatti culinari effettivamente legati alla tradizione gastronomica del territorio. Pacche e fagioli, cioè pasta fatta in casa, fagiolata della brigantessa  con salsiccia, con aglianico saticulano e pane giallo di granone, sono infatti tutti elementi della cucina povera e popolana delle tradizioni. Non mancheranno però stand con le mele Annurche del territorio, formaggi tipici, il tartufo del Taburno, elisir, grappe e rosolio di Annurca e oggetti vari di ceramica della tradizione artigiana locale. Ci sono insomma tutti gli ingredienti per trascorrere una bella serata nell’incantevole borgo saticulano, ascoltando mille storie del passato e gustando le tradizioni culinarie di un tempo. Tutti componenti questi che, come dice Cesare De Seta, nel più importante volume dedicato a Sant’Agata dei Goti della Laterza editore, contribuiscono a creare quell’ “ozio” balsamico che Sant’Agata dei Goti riesce ancora ad offrire.